Si celebra ogni 25 maggio la Giornata Mondiale della Tiroide e da pochi anni anche la Settimana Mondiale della tiroide (23-27 maggio 2016) per ricordare che in Italia sono più di 6 milioni le persone affette da patologie della tiroide di cui oltre il 15% è rappresentato dalla popolazione anziana. Per prevenire e curare le malattie della tiroide (in particolare l’ipotiroidismo) bisogna iniziare fin da piccoli ed è per questo che il progetto promosso dall’Istituto Superiore di Sanità, società endocrinologiche e pazienti “Iodoprofilassi nelle scuole” è stato approvato per il triennio 2016-2019.
“Ogni anno la Giornata Mondiale della Tiroide, afferma Paolo Vitti, Presidente Eletto della Società Italiana di Endocrinologia (SIE), coinvolge tantissime realtà regionali con iniziative, visite, esami, diagnostica e informazione, che si svolgono nell’intero mese di maggio e che riscuotono grande interesse: è un modo per sottolineare l’importanza della salute della tiroide”.
La tiroide e la necessità di iodio
La tiroide è una piccola ghiandola a farfalla che si trova davanti alla trachea. Funge da “centrale elettrica” del nostro corpo e se qualcosa non funziona tutto il corpo ne risente perché questa ghiandola, a dispetto delle dimensioni, controlla il metabolismo e le sue principali funzioni, interagisce con il metabolismo di zuccheri, lipidi e colesterolo, peso corporeo, battito cardiaco e funzione gastrointestinale. La tiroide esercita una generale attività stimolante sull’intero organismo. Inoltre, è indispensabile alla crescita e alla maturazione di scheletro e sistema nervoso. La sintesi degli ormoni tiroidei, in particolare T3 e T4, avviene grazie allo iodio presente negli alimenti. Questi ormoni, contenenti iodio, regolano la velocità di molti processi chimici e metabolici in tutto il corpo, compreso il consumo dell’energia.
Lo iodio è un micronutriente essenziale presente nell’organismo umano in piccole quantità (15–20 mg) e concentrato quasi esclusivamente nella tiroide. Quando la tiroide è sana ha solo bisogno di essere sostenuta attraverso l’impiego di sale iodato. Gli alimenti che contengono iodio sono pochi e non di consumo sufficiente a meno di non consumare molto pesce, crostacei, alghe rosse e brune, noci brasiliane, mirtilli, olio di cocco, latte e formaggi che non sempre sono concessi o graditi nelle diverse età. Lo iodio si mangia, il vecchio adagio delle nonne: “andiamo al mare a respirare un po’ di iodio” è solo un luogo comune da sfatare.
In Italia, il consumo di sale iodato, dopo l’introduzione della relativa legge del 2005, è superiore al 50% ma ben lontano dal 90% indicato dall’OMS come limite minimo per l’efficacia della profilassi.
La iodioprofilassi nelle scuole
“In tutte le fasi della vita la causa più frequente di patologia tiroidea, è la carenza nutrizionale di iodio – esordisce Antonella Olivieri, Responsabile Scientifico Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia (OSNAMI), Istituto Superiore di Sanità. Per incrementare l’informazione su questo importante tema di salute pubblica è in corso di formalizzazione un Protocollo di Intesa, tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e Istituto Superiore di Sanità (ISS), Associazione Medici Endocrinologi (AME), Società Italiana di Endocrinologia (SIE), Associazione Italiana della Tiroide (AIT), Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP) e Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini (CAPE) che prevede un progetto formativo dal nome “Progetto iodoprofilassi per le scuole” rivolto a tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado italiane”.
Ipotiroidismo nei bambini ….. attenzioni particolari sin dalla gravidanza
La iodoprofilassi è importante sin dai primi mesi di gravidanza (meglio ancora prima se si programma di avere un figlio) quando le necessità di iodio aumentano sia per la mamma che per il bambino. Il fabbisogno giornaliero di iodio di un adulto è di 150 mcg, valore che sale a circa 200 mcg in gravidanza.
“Nei bambini, l’ipotiroidismo, condizione in cui la tiroide funziona poco, può essere congenito, cioè causato dalla mancata o incompleta formazione della tiroide durante la vita intrauterina, spiega Mohamad Maghnie, Past President Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP). Con l’avvento dello screening neonatale, obbligatorio per legge dal 1992, la diagnosi di ipotiroidismo congenito è molto precoce e il tempestivo avvio della terapia sostitutiva a base di levotiroxina, neutralizza i danni allo sviluppo dell’encefalo tipici di questa condizione, un tempo conosciuta con il nome di cretinismo endemico.
In gravidanza, la tiroide ha un ruolo essenziale nel garantire la fertilità: gli ormoni tiroidei contribuiscono al normale sviluppo delle prime fasi della vita. Le fasi immediatamente successive al concepimento sono anch’esse influenzate dagli ormoni tiroidei materni che garantiscono la complessa serie di eventi fisiologici necessari al proseguimento della gravidanza. Infine, nei primi tre mesi di gravidanza è la tiroide della madre che lavora anche per il feto poiché esso sviluppa la sua tiroide solo intorno alla 12^ settimana.
Proprio perché la tiroide del nascituro comincia a produrre ormoni solo intorno alla 12^ settimana di gravidanza, è molto importante che le future mamme garantiscano un adeguato apporto di iodio per se stesse e per il bambino.
Una carenza nutrizionale di iodio può comportare un forte impatto negativo sullo sviluppo neurologico e neurocognitivo del nascituro. In gravidanza è quindi ancora più raccomandato l’uso del sale iodato, potendo ricorrere anche a specifici integratori di iodio”.
L’ipotiroidismo nell’anziano
“Con l’avanzare degli anni le disfunzioni della tiroide aumentano.” continua Rinaldo Guglielmi, Presidente Associazione Medici Endocrinologi (AME) ”Nella terza età, infatti, la percentuale dei pazienti affetti da disfunzioni della tiroide sfiora il 15% ed è necessaria una diagnosi tempestiva e una rapida correzione farmacologica, poiché tali disfunzioni hanno un’importante influenza soprattutto sull’equilibrio cardiovascolare durante l’età geriatrica. Benché le Società Scientifiche non abbiano raggiunto una visione univoca sullo screening universale della funzione tiroidea negli anziani, sembra opportuno consigliare il dosaggio del solo TSH in soggetti che presentano sintomi e rimandare le indagini più approfondite ai casi in cui il TSH risulti alterato”.
Fonte
– Tiroide: un viaggio dal bambino all’anziano, Circolo della Stampa, Milano, 17 maggio 2016