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Disordini alimentari: le linee guida della Regione Umbria

Le linee guida appena emanate dalla Giunta regionale umbra definiscono le classificazione dei disordini alimentari, lo studio delle cause e dei meccanismi scatenanti, l’inquadramento diagnostico, i trattamenti terapeutici, i livelli di assistenza e i modelli organizzativi nella Regione, fornendo un’immagine precisa sia della situazione locale dei disturbi alimentari sia i relativi livelli di assistenza.
Spiega in una nota l’Assessorato alla Sanità, da cui è partita l’iniziativa: “…Un documento per garantire un supporto tecnico e condiviso alle multiprofessionalità che operano nella rete dei servizi umbri dedicati alla prevenzione e alla cura dei disturbi del comportamento alimentare…”.
Continua la nota: “…I disturbi del comportamenti alimentare costituiscono, oggi, una vera e propria epidemia sociale e, accanto ai quadri cosiddetti puri, come l’anoressia mentale, la bulimia nervosa, il disturbo da alimentazione incontrollata, sono comparsi disturbi alimentari maschili e disturbi infantili con forme, purtroppo, estremamente severe e difficili da trattare…”.
Dai dati dell’utenza dei servizi dedicati alla cura di questo tipo di disturbi, risulta che i nuovi casi nel 2008 sono stati 769 e nel 2009, 986; i pazienti in carico ai servizi della Regione sono stati 1245 nel 2008 e 1495 nel 2009, con una netta prevalenza delle donne (94%). Il maggior numero di casi si registra nella fascia d’età fra i 15 e i 25 anni ma con presenze rilevanti anche al di sotto dei 15 anni e al di sopra dei 40.
Maria Donata Giaimo, dirigente della Direzione ragionale Salute, precisa: «L’Umbria è all’avanguardia in Italia nel settore dei disturbi alimentari e presenta tutti i livelli di trattamento indicati dal Ministero della Salute, e quindi il ricovero ospedaliero per acuzie, ambulatori dedicati distribuiti su tutto il territorio regionale, centri di riabilitazione residenziali e un centro diurno di nuova attivazione. I servizi delle diverse Asl sono incardinati in dipartimenti diversi, ma hanno tutti la caratteristica dell’integrazione e dell’interdisciplinarietà che, per la cura di queste problematiche molto complesse, è fondamentale e non può essere affidata a un unico professionista».

 

Fonti
Sanità News ISS, 29 gennaio 2013;
Regione Umbria, Assessorato alla Sanità
La redazione

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