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Per dimagrire non basta eliminare le bevande zuccherate

Eliminare le bevande zuccherate non garantisce la perdita di peso perché, bevendo quelle dietetiche a calorie zero, spesso si compensa la privazione mangiando di più, soprattutto merendine e fuoripasto dolci: questa la conclusione di una ricerca condotta presso la Bloomberg School of Public Health, della Johns Hopkins University di Baltimora.

Sara Bleich, che ha coordinato la ricerca, spiega: «Il consumo di bevande dietetiche è aumentato notevolmente negli ultimi decenni, passando dal 3% del 1965 all’attuale 20%, ed è stato dimostrato che le bibite senza calorie sono utili nelle strategie mirate alla perdita di peso; ma ci sono anche aspetti negativi.

Infatti, i dolcificanti artificiali contenuti nelle bevande a zero calorie, hanno effetti piuttosto profondi e modificano i centri di controllo dell’appetito, quindi bevendo queste bibite si altera la soddisfazione che deriva dal dolce; questa potrebbe essere la ragione che spinge i consumatori di bibite light ad assumere più calorie attraverso il cibo.

In una strategia dimagrante efficace anche sul lungo periodo, la scelta di bere bevande senza calorie è importante ma non è sufficiente; è altrettanto importante prestare attenzione alle calorie assunte attraverso i cibi solidi, e bisogna quindi identificare gli obiettivi comportamentali concreti per ridurre il consumo di cibo nelle persone che bevono bibite light».

Il team di specialisti statunitensi, attraverso un questionario ideato per la valutazione della quantità di cibo assunta nelle 24 ore, ha potuto analizzare i consumi di bevande dietetiche e le calorie assunte ogni giorno, con il risultato che gli adulti sovrappeso che erano passati dalle bevande zuccherate a quelle light assumevano anche un maggior numero di calorie dai cibi solidi, soprattutto dagli spuntini dolci.
Lo studio è stato pubblicato sull’American Journal of Public Health.

Fonte

Sara N Bleich et al – Diet-Beverage Consumption and Caloric Intake Among US Adults, Overall and by Body WeightAmerican Journal of Public Health, Published online ahead of print January 16, 2014: e1–e7

Vittoria Majocchi

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