La rivista Circulation Research ha pubblicato uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma, secondo cui una specifica proteina, la p66, sarebbe da sola la causa del cosiddetto ‘effetto memoria’ del diabete, per cui il danno cardiovascolare rimane anche dopo che il valore della glicemia è tornato normale; una volta inattivata la proteina limita invece i danni, ristabilendo l’elasticità dei vasi e limitando la morte cellulare dei tessuti.
Gli autori dello studio, Francesco Cosentino, Massimo Volpe e Francesco Paneni, osservano: “…. La proteina p66 potrebbe quindi rappresentare un nuovo bersaglio per la cura delle complicanze cardiovascolari nei pazienti affetti da diabete”. Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori italiani hanno studiato topi geneticamente modificati perché sviluppassero cellule dei vasi sanguigni umani; hanno quindi osservato che la proteina p66 rimane attivata anche dopo il ritorno alla normalità dei livelli della glicemia, e favorisce una serie di processi che deteriorano le arterie.
Fonte:
F Paneni et al – Gene Silencing of the Mitochondrial Adaptor p66Shc Suppresses Vascular Hyperglycemic Memory in Diabetes. Circulation Research, giugno 2012