Riconoscere e concretizzare il ruolo attivo del volontariato nella realizzazione del Piano nazionale diabete; includere nei nuovi LEA interventi come l’educazione terapeutica e la cura delle complicanze, incluso il ‘piede diabetico’; definire, in accordo con le Società scientifiche e le istituzioni competenti, i requisiti e le caratteristiche delle strutture specialistiche di diabetologia e il loro numero sul territorio in proporzione alla popolazione di riferimento, garantendo adeguata assistenza da parte del medico di medicina generale nell’ambito di un’organizzazione rivolta alla cura e alla gestione della malattia cronica; costituire nelle ASL un dipartimento funzionale cui partecipino medici diabetologi e di medicina generale, associazioni di volontariato, direzioni sanitarie del territorio e dell’ospedale per monitorare la qualità dell’assistenza e proporre interventi di miglioramento della qualità di vita della persona con diabete; istituire un registro del diabete, inserendo la malattia tra quelle di maggiore interesse sanitario.
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Ufficio Stampa AMD
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