Sono soprattutto le donne e gli anziani a essere esposti ai rischi del consumo incontrollato di prodotti che contengono erbe medicinali, che negli ultimi anni hanno registrato un grande incremento; cresce infatti il numero di reazioni allergiche che spesso vengono attribuite ad altre cause, prima che si scopra la causa vera, cioè le erbe medicinali.
Di questo, fra l’altro, si è discusso nel corso della IV edizione della Sis (Siaic Interactive School), che si è conclusa nei giorni scorsi a Cagliari. Il direttore dell’Uoc di di Allergologia e Immunologia Clinica dell’Università di Messina, e consigliere Siaic (Società Italiana di Allergologia e Immunologia Clinica), Sebastiano Gangemi, spiega: « Nel nostro paese, insieme al largo consumo, si registra anche il fatto che il consumatore abbia una insufficiente percezione dei rischi associati a questi prodotti; anche a causa del passaparola, favorito dalla scarsa qualità delle informazioni a disposizione sul Web, egli nutre una fiducia quasi assoluta in tali erbe. Inoltre, vige la consuetudine di autoprescriversi tali ritrovati, senza alcuna supervisione del medico; ma soprattutto, per tali prodotti non è quasi mai garantito lo stesso controllo degli standard di qualità e sicurezza richiesto, per esempio, per i farmaci.
In particolare, quando si acquistano in rete da industrie misconosciute, ai rischi rappresentati dalle potenziali interazioni farmacologiche, si aggiunge la possibilità di acquistare prodotti contaminati da eccessiva presenza di metalli pesanti, o prodotti adulterati, nei quali sono stati aggiunti veri e propri farmaci per renderli più efficaci».
L’allarme, così lanciato dagli esperti della Siaic, è volto a evidenziare i rischio dell’uso incontrollato delle erbe medicinali, dovuto sia alla qualità dei prodotti utilizzati, sia l’interazione con farmaci veri e propri.
L’allergologo Vincenzo Patella, docente presso la Scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia dell’Università di Napoli Federico II, aggiunge: «I dati ottenuti dagli studi di Medicina di Genere indicano che le donne utilizzano più degli uomini le medicine a base di erbe e prodotti per la cura di sé; anche l’età elevata e la falsa percezione del benessere aumenta in modo significativo il consumo di prodotti a base di erbe, e quindi un maggiore rischio di uso inappropriato.
I soggetti con molti sintomi, sei o più, sono maggiormente esposti a un uso sconsiderato di questi farmaci e sono più esposti a reazioni gravi, spesso scatenate dall’interazione con farmaci convenzionali, come, per esempio, le medicine utilizzate per la cura delle malattie cardiovascolari o addirittura contro i tumori».
È dunque necessario comunicare adeguatamente questi prodotti, e coinvolgere, così come avviene con la farmacosorveglianza, i consumatori perché segnalino eventuali disturbi connessi all’assunzione dei prodotti che contengono erbe medicinali, e attuare in questo modo una forma di fitovigilanza.
Fonte
Quotidiano Sanità, 9.10.13