Con la consulenza del Prof. Giovanni Fattore, Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche & CERGAS-SDA, Università Bocconi, Milano
Negli ultimi cinquant’anni circa, da un punto di vista economico si lavora su un concetto di costo-opportunità per cercare di quantificare quale sia l’impatto economico di una determinata malattia. Tale carico deriva dalla somma dei costi sanitari, cioè tutti i costi diretti collegati all’assistenza, alla cura, all’uso della tecnologia etc di una determinata patologia ma anche ad altre tipologie di costi, come, per esempio:
Tutti indicano costi sanitari e costi sociali esorbitanti, per la maggior parte in carico alla collettività. Alcune riflessioni su questo increscioso paradosso sono state condivise dal prof. Fattore durante la presentazione del “9° Rapporto sull’obesità in Italia. Ricerca, clinica e terapia: lo stato dell’arte” curato dall’Istituto Auxologico Italiano e pubblicato da Il Pensiero Scientifico Editore.
L’obesità, per la sua ampia e crescente diffusione e la sua influenza negativa sulla qualità di vita delle persone, ha effettivamente un importante impatto sull’economia socio-sanitaria, con una varietà di meccanismi:
Negli Stati Uniti, dove è stata condotta la maggior parte degli studi, i costi per l’obesità sono generalmente almeno doppi rispetto a quelli dei Paesi Europei, sia per la maggiore prevalenza dell’obesità negli USA sia per i maggiori costi sanitari medi del Sistema Sanitario Americano. Da ricordare che negli USA, la spesa sanitaria è circa il 17/18% del Prodotto Interno Lordo (PIL), decisamente più alta della nostra. È stato calcolato un costo sanitario annuo per paziente con obesità pari a quasi 2000 dollari pro-capite, con una spesa sanitaria attribuibile all’obesità pari al 20% della spesa sanitaria totale; le stime europee sono più contenute; in Italia appare ragionevole una stima pari al 4/5% della spesa sanitaria totale.
Uno studio europeo ha evidenziato un costo sociale complessivo lifetime di un bambino/ragazzo con obesità nel corso della sua vita pari a 170.000/180.000 euro, principalmente attribuibile a costi di produttività. Un bambino/adolescente con obesità avrà non soltanto una maggiore probabilità di essere un adulto obeso con tutte le conseguente dal punto di vista delle complicanze ma avrà anche una penalità in termini di produttività nel corso della sua vita futura. L’obesità diventa quindi un fattore debilitante non soltanto dal punto di vista sanitario ma anche da un punto di vista sociale, quindi anche in termini di reddito che la persona riesce ad ottenere nel mercato del lavoro. Negli Stati Uniti, si stimano costi di produttività (costi indiretti) per l’obesità intorno al 3/4 % del Prodotto Interno Lordo (PIL), in Europa attorno all’1-2% del PIL.
Per l’Italia si può stimare che i costi sociali dell’obesità rappresentino almeno il 4% della spesa sanitaria italiana e che il complesso dei costi sociali valga qualche punto percentuale di PIL.
Uno studio condotto dall’Istituto Auxologico Italiano su oltre 6.000 pazienti con obesità grave o complicata da altre patologie ha evidenziato una probabilità di ospedalizzazione di almeno tre volte maggiore con conseguente aumento dei costi sanitari, stimato in circa 2.400 euro per anno, quindi un impatto importante sui costi ospedalieri.
Un altro studio italiano ha osservato i dati di un database di registri di medicina generale incrociandoli con un altro database di tariffe di diversi servizi sanitari erogati. Ciò ha consentito di seguire nel corso del tempo – dal 2004 al 2010 – circa 550.000 pazienti, andando a monitorare una serie di parametri indicatori. Se prendiamo ad esempio la fascia tra 44 e 65 anni, i costi totali pro-capite sono risultati il 10% più alti per le persone in sovrappeso a parità di altre condizioni, il 27% superiori per i pazienti con obesità e il 68% per i pazienti con grande obesità.
Evidenze sia epidemiologiche che economiche sottolineano a chiare lettere la stringente necessità di ingenti investimenti nella ricerca per prevenire e contrastare l’obesità.
La ricerca economica, oltre ad evidenziare i costi dell’obesità, dovrebbe essere più coinvolta per valutare costi-efficacia e costi-benefici dei potenziali interventi.
Anche rispetto alla dimensione economica, occorre individuare e testare strategie di intervento efficaci, che effettivamente permettano una netta riduzione dell’incidenza e della prevalenza dell’obesità, anche per le generazioni future.
Considerando gli straordinari costi sanitari e sociali dell’obesità, appare sconvolgente la scarsa quantità di risorse destinata a contrastarla. È veramente irrazionale investire così poco per una malattia cronica – l’obesità appunto – che è così importante per la salute e l’economia del nostro Paese. Anche a confronto di altre malattie croniche non trasmissibili, un esempio per tutte: il diabete, dove gli investimenti anche economici sono ingenti.
References
– 9° Rapporto sull’obesità in Italia
Ricerca, clinica e terapia: lo stato dell’arte
Istituto Auxologico Italiano
Il Pensiero Scientifico Editore, luglio 2021
– The lifetime costs of overweight and obesity in childhood and adolescence: a systematic review
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– Healthcare usage and economic impact of non-treated obesity in Italy: findings from a retrospective administrative and clinical database analysis
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