Piccolo, friendly, leggero: il contapassi. Un nuovo studio, condotto a Londra, ha dimostrato che è uno strumento utile non solo per fare attività fisica intensa ma anche una semplice passeggiata. Perché? Perché ci aiuta a essere più regolari e consapevoli nel movimento quotidiano (cosa in cui non si eccelle, vero?): gli esperti hanno dimostrato che porci obiettivi sostenibili e vedere i progressi ogni giorno ci motiva a continuare e a muoverci di più. Ma non è tutto, dallo studio emerge anche che l’uso del contapassi favorisce una riduzione degli eventi cardiovascolari e delle fratture da caduta. Cosa dite, meglio sempre averlo con noi! Per usarlo, naturalmente!
Contapassi, mon amour!
È dimostrato: le persone che usano un contapassi ogni giorno sono più attive e hanno una minore probabilità di sviluppare problemi di salute.
A dimostrarlo, alcuni ricercatori della St George’s University di Londra in uno studio pubblicato online su Plos Medicine. Lo studio ha valutato i dati relativi a 1.297 partecipanti a studi clinici; una metà era invitata a usare il contapassi per 12 settimane, mentre l’altra metà è stata invitata a non contarli affatto.
Le persone reclutate avevano tra i 45 e i 75 anni, nella maggior parte in sovrappeso o con obesità. Quasi nessuno fumava o aveva patologie cardiovascolari, diabete o depressione.
I risultati dello studio inglese
I partecipanti allo studio hanno compiuto circa 7.500 passi al giorno e hanno praticato 90 minuti a settimana di attività fisica da moderata a intensa in sessioni di almeno 10 minuti.
Osservate tre-quattro anni dopo, le persone che usavano i contapassi facevano circa 30 minuti a settimana di attività fisica da moderata a intensa. Chi contava i passi regolarmente ha mostrato anche il 44% in meno di rischio di frattura e il 66% in meno di avere un grave evento cardiovascolare come un attacco cardiaco o un ictus.
“Abituarsi a camminare di più, a passo svelto, e mantenere nel tempo questa buona abitudine può ridurre il rischio di attacchi al cuore, ictus e fratture negli anni a venire”, sottolinea Tess Harris, coordinatrice dello studio.
“I contapassi sono piccoli strumenti, molto semplici da usare, che possono essere davvero utili per i pazienti. Usandoli, le persone hanno un’idea chiara di quello che fanno e dei progressi ottenuti; favoriscono la motivazione grazie ad obbiettivi personalizzati e realistici che possono essere verificati facilmente e in modo economico. Non esiste” – continua l’autrice – “un numero di passi che sia indicato per tutti; è importante che le persone misurino i passi all’inizio e facciano una sorta di diario/programma per aumentare gradualmente la frequenza e la velocità di camminata in modo sicuro e sostenibile per il loro ritmo e la loro condizione. I piccoli progressi saranno d’aiuto per continuare”.
Anche se i soggetti che usavano regolarmente il contapassi sono apparse meno predisposti all’insorgenza di diabete o depressione al termine dello studio, la differenza tra questo gruppo e quello che non ha tenuto traccia dei passi era comunque troppo scarsa per escludere la possibilità che fosse dovuta alla casualità.
Fonte
Tess Harris et al – Effect of pedometer-based walking interventions on long-term health outcomes: Prospective 4-year follow-up of two randomised controlled trials using routine primary care data. PLoS Med 16(6): e1002836