La scelta di mettersi nelle mani del chirurgo non è mai facile, anche se chi soffre di obesità patologica sa bene che questa condizione rappresenta un serio pericolo per la sua salute. Eppure ci sono tante buone ragioni per affidarsi alla chirurgia bariatrica: è l’unico modo per ottenere una perdita di peso significativa, quando tutte le altre terapie sono fallite; ha un’efficacia dimostrata a lungo termine; è la migliore arma di prevenzione, perché consente di evitare gravi malattie secondarie, quali diabete, ipertensione, apnee notturne ostruttive; è un trattamento economicamente vantaggioso, perché rimborsato dal sistema sanitario nazionale.

In ogni caso, la persona obesa non prende mai la difficile decisione di operarsi da sola: in ogni singola fase della sua guerra all’obesità è (e deve essere) sempre accompagnata da diverse figure mediche, le uniche in grado di stabilire – di volta in volta – il percorso terapeutico migliore, ovvero personalizzato.
Il fronte chirurgico non fa eccezione, anzi: si avvale di un vero e proprio team di esperti per coprire ogni esigenza della persona obesa nel suo percorso chirurgico.

Il team che dà il via libera all’intervento bariatrico

A giudicare se e come intervenire è un’équipe multidisciplinare specializzata in obesità patologica, che prevede la collaborazione di numerosi specialisti, accomunati da una grande esperienza specifica in questo campo: il dietologo, lo psicologo/psichiatra, l’endocrinologo, il cardiologo, il chirurgo bariatrico, l’anestesista, il fisioterapista. Dopo un’accurata valutazione, è questo team al completo a dare il via libera all’operazione, oppure a suggerire altri trattamenti perché la persona obesa non soddisfa i requisiti richiesti. Quello di chirurgia bariatrica, però, è un intervento un po’ particolare: il suo successo non dipende solo dalla valutazione del team e dall’abilità del chirurgo, ma soprattutto dalla “collaborazione” diretta della persona diabetica, cioè dalla sua motivazione, uno dei fattori principali quella che l’aiuterà a mantenere i risultati ottenuti per tutta la vita.

Il training pre-intervento

In alcuni ospedali sono stati sviluppati anche dei percorsi preoperatori (facoltativi e in alcuni casi a pagamento) finalizzati a migliorare la forma fisica della persona grande obesa e a preparare l’organismo all’intervento in modo ottimale per consentire la massima riduzione possibile dei rischi e un recupero post-operatorio precoce. Gli obiettivi di questi training sono soprattutto puntati alla:

  1. riabilitazione respiratoria in parallelo alla cessazione – almeno temporanea – dall’abitudine al fumo (in particolare se forti fumatori);
  2. riabilitazione motoria e cardiovascolare mediante esercizi specifici, finalizzata alla riduzione del peso corporeo del 5-10% nei tre mesi precedenti l’intervento per limitare le al massimo le complicanze chirurgiche;
  3. rieducazione alimentare, anch’essa finalizzata alla riduzione del peso corporeo del 5-10% nei tre mesi precedenti l’intervento bariatrico, per affrontare meglio e con il massimo beneficio l’operazione.

La forte motivazione è la chiave del successo

Anche un intervento chirurgico perfettamente riuscito è destinato a fallire se, uscito dalla sala operatoria e negli anni a venire, la persona obesa non segue attentamente le indicazioni dettate dagli specialisti. Se, in altre parole, non è disposto a cambiare il suo stile di vita per sempre. Cambiamento dev’essere la parola d’ordine, il segreto per riuscire a mantenere i risultati ottenuti. Ecco perché è così importante anche il momento della preparazione psicologica e motivazionale all’intervento. Il bisturi è un prezioso strumento, ma non una bacchetta magica: lo può diventare solo se l’ex obeso si impegna ad adottare le nuove linee guida, solo se la sua motivazione è davvero forte. In questo senso, è di grande aiuto il sostegno dei familiari, che è utile coinvolgere spiegando loro le (valide) ragioni della propria scelta, e quello dei gruppi di persone che devono affrontare o che hanno già affrontato tutto il percorso, i cosiddetti gruppi di auto-aiuto. È, poi, importante essere ben consapevoli di tutto quello che succederà prima, durante e dopo l’intervento: al di là delle informazioni fornite obbligatoriamente dal “consenso informato” (il documento da firmare prima di entrare in sala operatoria), è molto utile parlare il più possibile con il medico e con il team senza imbarazzi e senza timori, facendogli anche le domande più assurde.

Quanti chili ci si può aspettare di perdere?

Ogni persona obesa è diversa dall’altra: per età, peso, stato di salute generale, tipo di intervento prescelto, capacità di cambiare stile di vita, motivazione, etc. Tutti fattori che incidono sia sul numero di chili che si perderanno dopo l’intervento sia sulla velocità di questo processo: in quanto tempo si raggiungerà il peso più o meno definitivo? Generalizzare è impossibile, ma qualche cifra è possibile darla. Da uno studio recente emerge che la chirurgia dell’besità centra l’obiettivo quando porta a una perdita di peso permanente del 50% senza grossi effetti collaterali. Usciti dalla sala operatoria, la maggior parte dei pazienti ha beneficiato di un rapido calo di peso, che è andato avanti nei 18-20 mesi successivi. L’aspetto più importante della questione è che la stragrande maggioranza degli ex obesi ha riconquistato la salute e conquistato una nuova vita: più comoda, più leggera, più sana in tutti i sensi.

Fonti

La redazione

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