Una volta compresa la differenza tra bisogno di nutrirsi e desiderio di interrompere uno stato emozionale negativo, resta da capire come mettere in pratica una strategia per riconoscere i segnali della fame “vera”, da quelli della “fame emozionale”. A questo scopo può essere utile tenere un diario alimentare, nel quale annotare non solo ciò che si mangia e quando, ma anche le sensazioni, emotive e fisiche che si provano prima e dopo avere mangiato. Con l’esperienza e l’allenamento, si può imparare ad assumere una maggiore consapevolezza delle sensazioni corporee ed emozionali legate al cibo. In questo modo si compie un duplice atto di amore verso se stessi: il primo perché si impara a nutrire il proprio corpo, il secondo perché si impara a non seppellire le emozioni negative sotto il cibo, un primo passo verso una corretta gestione delle stesse.
Fonte
Gremigni L, Letizia L Il problema obesità. Maggioli Ed 2011
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