Che la chirurgia bariatrica, se eseguita presso centri qualificati e su precisa indicazione medica, sia uno strumento che offre una soluzione duratura nella maggior parte dei casi di obesità, è ormai un dato acquisito, ma purtroppo in Italia, e soprattutto al Sud, è ancora poco praticata.
Nel corso del XVIII Congresso mondiale dell’Ifso (International Federation for the Surgery of Obesity and metabolic desorders), che si è concluso nelle scorse settimane a Istanbul, sono stati diffusi i dati più aggiornati, che confermano l’affidabilità della chirurgia bariatrica: lo Swedish Obese Subject Study e altre ricerche hanno evidenziato una diminuzione del 40% dei decessi totali a sette anni e una riduzione significativa dei decessi per diabete, infarto e tumori; inoltre, l’83% degli obesi che hanno subito il bypass gastrico e la quasi totalità (95%) di quelli con diversione biliopancreatica sono completamente guariti dal diabete, secondo uno studio italo-americano appena pubblicato.
Dei sei milioni di Italiani obesi, almeno un milione e mezzo potrebbe giovarsi di questo tipo di chirurgia; però, il presidente (Sicob Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche) e direttore della Sod (Struttura Organizzativa Dipartimentale) di Chirurgia Bariatrica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze, Marcello Lucchese, osserva: «E invece pochissimi pazienti scelgono questa strada; nel 2012 in Italia sono stati eseguiti 7mila interventi di obesità grave, contro i 27mila realizzati in Francia, e questo nonostante il rischio di decesso cui va incontro un paziente obeso sia superiore al 6%».
Il presidente dell’Ifso, Luigi Angrisani, denuncia la disinformazione e la scarsa consapevolezza, e aggiunge: «Oltre al paradosso tutto italiano per cui nel Meridione, dove più è grave il problema obesità, si praticano pochissimi interventi, solo uno su sette, e ci sono pochissimi centri di chirurgia bariatrica».
Durante i lavori del Congresso è stato riconosciuto che gli specialisti italiani sono ai vertici mondiali di questo particolare tipo di chirurgia; una volta ancora è stato lanciato l’allarme sull’aumento di obesità e sovrappeso fra gli adolescenti, che in Italia, secondo lo studio multicentrico internazionale Hbsc (Health Behaviour in School-aged Children, Comportamenti relativi alla salute dei ragazzi in età scolare), riguarda un maschio su quattro (25%) e il 15% delle femmine.
Nei paesi dell’Unione Europea un decesso su 13 è da collegare all’eccesso di peso, che in nove casi su dieci mette in pericolo la qualità e la durata della vita, poiché aumenta il rischio di patologie cardiovascolari, metaboliche, respiratorie, osteoarticolari e tumorali; inoltre, ogni anno incide sulla spesa sanitaria nazionale per 88 miliardi di euro.
Fonte
Redazione online; 18th World Congress Of International Federation For The Surgery Of Obesity & Metabolic Disorders (28 – 31 August 2013, Istanbul/Turkey)
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