Chirurgia bariatrica, solo lo 0.8% degli italiani la richiede nonostante gli elevati numeri dell’obesità grave e l’efficacia dell’intervento

Solo 10 mila interventi l’anno contro 1.3 milioni di potenziali candidati (3% della popolazione). La creazione di vere e proprie Obesity Unit di riferimento tra le proposte della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche (SICOB) per migliorare la qualità di vita degli obesi gravi e contenere i costi socio-sanitari.

I dati-denuncia della SICOB

Ammontano a un milione e 300 mila persone – giovani adulti, di ambo i sessi con obesità grave (Indice di massa corporea > 35) – i potenziali candidati a un intervento di chirurgia bariatrica: hanno una scarsa qualità di vita e un destino di disabilità progressiva sino all’invalidità. Eppure sono ancora in pochissimi a richiedere un intervento di chirurgia bariatrica, la terapia più efficace e sicura attualmente disponibile. Si stima, infatti, che siano solo 10 mila l’anno, gli obesi gravi che si rivolgono ai chirurghi bariatrici per uscire dall’eccesso di peso, una spirale che secondo i dati più recenti accorcia la vita di dieci anni, come i tumori. Si calcola, per esempio, che l’8% delle neoplasie femminili siano correlate proprio all’eccesso di peso.

Sono questi alcuni dei dati presentati dal Presidente SICOB, prof. Nicola Di Lorenzo nel corso del convegno “Una pandemia: l’innovazione della terapia chirurgica” svoltosi alla Biblioteca del Senato, a Roma, il 10 marzo 2015.

“Di fronte a un soggetto che pesa oltre 40, 50, 80 chili rispetto alla norma, bisogna valutare l’approccio chirurgico” ha affermato Di Lorenzo “Si pensi al fatto che – solo in Italia – ogni anno muoiono 52mila persone per patologie correlate all’obesità. E al momento le terapie con farmaci hanno dimostrato di essere inefficaci così come gli approcci di riabilitazione.”

L’organizzazione di Obesity Unit: una scelta lungimirante…

“Una situazione che impone scelte organizzative ed economiche più lungimiranti” ha sottolineato il prof. Di Lorenzo “si tratta di persone che hanno un costo elevato nel primo anno di trattamento ma che a medio termine costituiscono un risparmio per il sistema socio-sanitario italiano.”

In Italia sono circa 83 i Centri per la cura dell’obesità: di questi solo 46 eseguono più di 100 interventi/anno e la maggior parte sono localizzati al Nord Italia mentre i pazienti che ne avrebbero bisogno si trovano soprattutto nelle Regioni del Sud Italia.

Questa discrepanza provoca un elevato flusso di pazienti obesi da una regione all’altra del Paese e spesso alimenta la discriminazione dei soggetti che ne avrebbero maggiormente bisogno ma che non trovano risposte adeguate nel proprio territorio.

Secondo il presidente SICOB, nei prossimi tre anni il numero di interventi bariatrici dovrebbe almeno triplicare e i centri di alta specialità dovrebbero raddoppiare creando strutture organizzate in vere e proprie “Obesity Unit” sul modello ormai avviato con successo da anni delle Breast Unit mirate al trattamento dei tumori alla mammella.

… auspicabile per le persone obese e con un notevole risparmio di costi

“La delibera di budget dedicati porterebbe a un investimento di 150 milioni di euro per il DRG 288 della bariatrica, ma con un risparmio di costi che arriverà a 2 miliardi di euro l’anno rispetto ai 650 milioni di oggi” ha afferma il prof. Di Lorenzo.

Secondo i dati più recenti l’obesità assorbe circa il 7% della spesa sanitaria globale (oltre 8 miliardi di euro all’anno): ciò significa che ogni persona obesa costa 1700 euro in più di una normopeso e in caso di diabete associato il costo lievita di 2700 euro all’anno. Nel corso della vita il costo di un soggetto obeso ammonta a 100mila euro in più rispetto a uno normopeso. Secondo le stime SICOB, il costo del DRG (diagnosis-related groups/raggruppamenti omogenei di diagnosi) per l’intervento di chirurgia bariatrica verrebbe ammortizzato già nei primi 3 anni, a fronte di una vita residua con una qualità migliore per il paziente di 30-50 anni, con un carico di malattie e invalidità nettamente inferiore rispetto a quello prevedibile senza intervento bariatrico. Si verificherebbe, inoltre, un risparmio in termini di malattie correlate, visite mediche, ricoveri, farmaci, perdita di giorni di lavoro, impegno dei caregivers e disabilità progressiva di ogni soggetto con grave obesità.

Fonti

  • ANSA, “Obesità come cancro, l’aspettativa di vita si accorcia di 10 anni”, 12 marzo
  • SICOB – Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche
    Una pandemia: l’innovazione della terapia chirurgica.
    10 marzo 2015, Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”, Sala degli Atti parlamentari, Roma – Piazza della Minerva, 38

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