Nella foto, la d.ssa Gloria Scolari, Biologa Nutrizionista del team bariatrico dell’Istituto San Gaudenzio di Novara.

Con la consulenza della D.ssa  Gloria Scolari*, Biologa Nutrizionista del team bariatrico dell’Istituto San Gaudenzio di Novara.

 

La valutazione delle abitudini e dei comportamenti alimentari di un paziente con obesità candidato a chirurgia bariatrica è importante per la scelta dell’intervento e per prepararlo in modo adeguato e consapevole ad affrontare la fase post-operatoria dove il suo impegno sarà fondamentale per il buona riuscita di tutto il percorso bariatrico intrapreso. La valutazione dello stato nutrizionale pre-operatorio è essenziale per la prevenzione delle complicanze nutrizionali post-operatorie, al fine di ridurre i rischi operatori. Per tutti questi motivi, viene fortemente raccomandato un calo ponderale pre-operatorio mediante un regime dietetico più o meno rigoroso in base alla capacità del paziente di seguirlo.

 

D.ssa Scolari, il paziente con grave obesità come viene preparato all’intervento di chirurgia bariatrica presso il Centro del San Gaudenzio di Novara?

Innanzitutto, durante la prima visita nutrizionale si fa un’anamnesi completa per capire quali siano le esigenze specifiche del singolo paziente. Oltre a prendere i classici parametri antropometrici (peso corporeo, altezza, composizione corporea etc) con la bioimpedenziometria, si fa una chiacchierata conoscitiva e preliminare per capire meglio lo stile di vita del paziente: se fa sport, il tipo di lavoro, quali sono le sue abitudini alimentari, il suo rapporto con il cibo, se ci sono degli alimenti che possono provocargli problemi così da avere un quadro generale della sua storia nutrizionale. Ci interessa sapere se ha già seguito dei percorsi nutrizionali o se è la prima volta e come sono andati. Chiaramente, una volta raccolte tutte le informazioni che ci interessano, ci confrontiamo con gli altri componenti del team, in primis psicologa (che valuterà l’approccio al cibo da un punto di vista psicologico) e chirurgo.

Una volta composto il quadro generale, per preparare il paziente con obesità all’intervento, si consiglia di seguire un piano dietetico ipocalorico calcolato sulla persona, equilibrato ovvero senza escludere alcun nutriente neppure carboidrati o grassi, che non vanno demonizzati ma conosciuti per poterli consumare in modo adeguato alla propria situazione.

Il percorso inizia quindi con una dieta ipocalorica personalizzata che consente da un lato di operare in maggiore sicurezza con un fegato meno grasso e dall’altro di facilitare una più rapida ripresa del paziente. La dieta pre-intervento serve anche per aiutare il paziente ad acquisire tutte quelle competenze che gli consentiranno di affrontare l’intervento e – soprattutto – il delicato follow up post-operatorio in modo più consapevole e con le informazioni utili per poter cambiare il proprio comportamento alimentare verso uno stile più sano e duraturo nel tempo, in modo tale da non avere scompensi nutrizionali durante il follow-up e/o di accorgersi in tempo in caso di problemi.

Il paziente è coinvolto attivamente in tutto il percorso, questo è un aspetto fondamentale per il buon successo nel tempo ed è molto importante in questo senso instaurare un rapporto di fiducia reciproca con ciascun paziente, per consolidare la sua motivazione nel tempo e in particolare nei momenti di sconforto o di maggior disagio. Il percorso bariatrico non è una passeggiata ma con impegno e determinazione, il paziente può rinascere e riprendersi in mano la sua vita. Noi possiamo aiutarlo in tutte le fasi, ma il grande lavoro è nelle sue mani e nella sua testa.

Dal punto di vista nutrizionale, dopo l’intervento, il nostro paziente dovrà essere in grado di sapere quali sono i comportamenti virtuosi e quali quelli da evitare, e come comporre autonomamente il proprio piatto in modo sano ed equilibrato in ogni situazione della propria vita, così da trarre tutti i nutrienti di cui necessita nella maniera giusta. Chiaramente, alla dimissione, diamo tutte le indicazioni necessarie e siamo poi sempre disponibili per eventuali dubbi e perplessità da sciogliere.

 

 

Anche la dieta chetogenica può essere utile per preparare il paziente all’intervento?

Nel pre-intervento, a seconda delle eventuali patologie associate all’obesità di cui soffre il paziente, si può anche proporre la dieta chetogenica, in particolare nei casi in cui ci sia un eccesso di peso molto importante o se dai vari esami fatti dal paziente è presente un chiaro quadro di steatosi epatica (fegato grasso).

La dieta chetogenica si basa sul presupposto che una dieta a basso contenuto di carboidrati, ricca di lipidi e con un adeguato apporto di proteine, favorisca l’utilizzo dei grassi di riserva a scopo energetico, facilitando il dimagrimento in tempi rapidi.

 

La dieta chetogenica ci permette di perdere peso molto più velocemente rispetto a una dieta ipocalorica e consente una riduzione del volume del fegato che facilita il lavoro dell’equipe chirurgica. Molti studi hanno dimostrato che questo tipo di dieta ha una solida base fisiologica e biochimica ed è in grado di indurre una perdita di peso efficace accompagnata da un miglioramento di diversi parametri relativi al rischio cardiovascolare. Inoltre, è stato dimostrato che questo calo ponderale pre-operatorio si associa anche a un miglioramento significativo della funzionalità respiratoria e della sindrome delle apnee notturne (OSAS) con grave obesità viscerale. Queste positive modificazioni anatomiche e funzionali possono facilitare dal punto di vista tecnico la gestione chirurgica e dell’anestesista e possono ridurre il rischio di complicanze, come ampiamente documentato in letteratura scientifica.

 

La dieta chetogenica ha un protocollo particolare che deve essere seguito rigidamente e sotto controllo del team affinché il paziente possa entrare in uno stato di cosiddetta chetosi in modo da modificare il metabolismo per consentire di perdere tessuto adiposo (grasso). Lo stato di chetosi deriva dalla produzione di corpi chetonici [acetone, acido acetoacetico (AcAc) e acido beta-idrossibutirrico (BHB)] dovuta alla carenza di carboidrati nella dieta chetogenica e dell’utilizzo dei grassi come fonte energetica. I corpi chetonici che si producono agiscono sul sistema nervoso centrale e determinano un aumento del senso di sazietà (quindi inibiscono la sensazione di fame), in parte dovuto a una riduzione dei livelli di grelina, un ormone che stimola l’appetito, e a un miglioramento del tono dell’umore che favorisce una più elevata aderenza del paziente alla dieta. Il risultato positivo è quindi che in parallelo alla perdita di peso, il paziente non ha un aumento dell’appetito e si sente più motivato a continuare la dieta.

 

Tuttavia, se dopo il colloquio con il paziente, si capisce che la dieta chetogenica non è un protocollo che può essere seguito alla lettera, senza problemi noi preferiamo scegliere una dieta ipocalorica bilanciata e magari posticipare di qualche settimana la data dell’intervento per dar modo al paziente di perdere almeno il 5-10% del peso corporeo iniziale che è l’obiettivo ottimale per sottoporsi in sicurezza ad intervento bariatrico.

 

 

 

 

* La D.ssa Gloria Scolari consegue la laurea magistrale in Alimentazione e Nutrizione Umana presso l’Università degli Studi di Milano in data 14/10/2020 e l’abilitazione alla professione di Biologo Nutrizionista presso l’Università degli Studi di Pavia in data 10/12/2020. Dal 2021 lavora in libera professione come Biologo Nutrizionista. È iscritta all’Albo Biologi presso l’ONB della Lombardia.

Vittoria Majocchi

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