La rivista The Lancet ha pubblicato la posizione dell’Idf (International Diabetes Federation) su un argomento spesso controverso: la chirurgia bariatrica.
Così l’articolo: “…La chirurgia bariatrica dovrebbe essere considerata in prima istanza nel trattamento dei pazienti diabetici e obesi, al fine di aiutare a limitare le gravi complicanze che possono derivare dal diabete…”.
L’Idf ha riunito un gruppo di 20 esperti di tutto il mondo con l’obiettivo di: “…Sviluppare raccomandazioni pratiche per i medici sulla selezione e la gestione dei pazienti, identificare le barriere all’accesso chirurgico, suggerire politiche per la salute che garantiscano un accesso egualitario alla chirurgia, identificare le priorità per la ricerca…”. Il gruppo è stato coordinato da quattro scienziati che hanno anche scritto l’articolo su Lancet: Paul Zimmet e John Dixon di Melbourne, George Alberti di Londra e Francesco Rubino di New York e Roma. Spiega Francesco Rubino, direttore del Programma di Chirurgia Gastrointestinale Metabolica del New York Presbyterian Hospital e ricercatore presso l’Università Cattolica di Roma: «Il riconoscimento del ruolo della chirurgia da parte dell’International Diabetes Federation è motivato dalla richiesta urgente di un orientamento specialistico a livello mondiale di fronte al crescente uso della chirurgia bariatrica. L’introduzione della chirurgia come legittima opzione nei protocolli terapeutici del diabete di tipo 2 cambia il modo di concepire la cura di questa malattia. Quando esercizio fisico, dieta e farmaci non sono sufficienti, bisogna valutare accuratamente le caratteristiche del paziente e il suo grado di obesità per verificare se esista indicazione all’intervento; in quel caso è dovere del medico informare il paziente. Finora questo è avvenuto troppo raramente se si considera che meno dell’1% dei pazienti con indicazione chirurgica ha accesso a questo tipo di terapia».
Fonte:
9 luglio 2011, agi.it