A cura della d.ssa Emanuela Russo, dietista referente di Emotifood, Monza e dell’Equipe bariatrica presso INCO – Istituto Nazionale di Chirurgia dell’Obesità, l’Istituto Clinico S.Ambrogio di Milano e il Policlinico Ponte S.Pietro di Bergamo.

Dottoressa, trattengo sempre molti liquidi, perché? Dove vanno a finire? Quando dimagrisco, che cosa perdo? Perché non riesco a dimagrire? Sono domande ricorrenti che mi sento rivolgere spesso. Man mano che l’età avanza, perdiamo acqua totale e intracellulare (quella che si trova all’interno delle cellule) mentre aumenta il volume idrico extracellulare, cioè l’acqua e i fluidi che si accumulano tra una cellula e l’altra. Attraverso la bioimpedenziometria (test BIA), in pochi minuti, è possibile conoscere il volume dell’acqua corporea e molti altri dati sulla composizione corporea e lo stato nutrizionale di una persona e monitorarne le variazioni nel tempo e in seguito a fluttuazioni di peso.

Bioimpedenziometria: che cos’è?

La bioimpedenziometria è la più innovativa tra le tecniche “non invasive” di valutazione della composizione corporea e di distribuzione dei fluidi corporei. È un esame di tipo bioelettrico, rapido e non invasivo, che utilizza un’apparecchiatura elettronica e un sofisticato software.

Come si esegue la bioimpedenziometria?

La bioimpedenziometria si esegue ponendo due elettrodi sul dorso della mano e due elettrodi sul dorso del piede; gli elettrodi sono collegati, grazie a dei morsetti, allo strumento di misurazione. Quindi si immette una corrente elettrica alternata, non invasiva, a bassissima intensità (impercettibile al paziente) e ad alta frequenza, veicolata attraverso gli elettrodi. Tale corrente, viaggiando lungo tutto il corpo, incontrerà differenti resistenze in base alla diversa composizione dei tessuti corporei.

Il test misura la bioimpedenza, cioè la resistenza che il corpo ha al passaggio della corrente elettrica. Nel corpo umano, i tessuti non grassi contengono acqua ed elettroliti e quindi offrono una minore resistenza alla trasmissione della corrente elettrica: in particolare, l’acqua è un ottimo conduttore di corrente elettrica. Al contrario la massa grassa, così come le ossa, è una cattiva conduttrice di elettricità. La diversa composizione in massa magra e muscolare, massa grassa e acqua corporea può essere valutata misurando il tempo di conduzione elettrica dagli elettrodi della mano a quelli del piede.

Quali dati fornisce il test BIA?

L’elaborazione attraverso vari algoritmi dei dati di bioimpedenza ottenuti consente di valutare diversi parametri, ecco i principali:

  • acqua corporea totale (Total Body Water, TBW): in un uomo adulto, rappresenta circa il 60%, valori superiori sono riscontrabili nei bambini e valori inferiori nei soggetti con obesità, per il maggior contenuto di massa grassa;
  • acqua intracellulare (IntraCellular Water, ICW): è l’acqua contenuta all’interno delle cellule, che si riduce con l’avanzare dell’età;
  • acqua extracellulare (ExtraCellular Water, ECW): comprende tutti i fluidi che si trovano all’esterno delle cellule (plasma, saliva, linfa, fluidi oculari, succhi gastrici e digestivi, sudore, liquido cefalorachidiano, fluidi extracellulari);
  • peso e percentuale della massa magra (Free Fat Mass, FFM): include muscoli, ossa, minerali e altri tessuti non grassi (Massa Tissutale Attiva, ATM). È formata indicativamente dal 73% di acqua, il 20% di proteine e il 7% circa di minerali;
  • peso e percentuale della massa grassa (Fat Mass, FM) che comprende il tessuto adiposo esterno (grasso sottocutaneo) e il tessuto adiposo interno (grasso viscerale);
  • peso e percentuale della massa extracellulare (ECM), formata da tessuti e fluidi esterni alle cellule;
  • rapporto sodio/potassio: questo rapporto è un indice del buon funzionamento o meno della cellula. Il rapporto ideale è 1/1, se tale valore aumenta fino a 1,6, significa che nelle cellule è entrato il 60% in più di sodio e quindi il rialzo segnala un notevole aumento della ritenzione idrica (iperidratazione) e malnutrizione proteica.
    Al contrario, una riduzione del rapporto fino a 0,6 esprime uno stato di forte disidratazione cellulare e di malnutrizione energetica (in questi casi, sarà necessario aumentare l’introito di calorie giornaliere).

Un dietologo quando utilizza la bioimpedenziometria?

È uno dei primi test che eseguo su tutti i miei pazienti, prima di intraprendere qualsiasi percorso dietetico. Ed è anche uno dei primi test che si fanno sull’atleta, prima di elaborare un programma di allenamento. Il BIA test è fondamentale per avere un’analisi completa della composizione corporea individuale e quindi una stima attendibile dello stato fisico/nutrizionale e di idratazione, del grado di sovrappeso/obesità, del metabolismo basale e del relativo dispendio energetico individuale.

La bioimpedenziometria (BIA test) mi consente in pochi minuti di capire se lo stato nutrizionale, il regime dietetico e/o l’attività fisica seguite dal mio paziente sono idonee e adeguate per la sua salute in base all’età, al peso corporeo, al sesso, allo stile di vita etc. La misurazione del peso e il calcolo dell’Indice di Massa Corporea ( Body Mass Index, BMI) consentono solo una stima generica dell’adiposità totale e non mi consentono di capire – per esempio in caso di dimagrimento – se il soggetto sta perdendo massa grassa, acqua o massa muscolare, parametri che – invece – il bioimpedenziometro mi consente di determinare.

Il calo di peso è sempre sinonimo di perdita della massa grassa?

No, non sempre, soprattutto quando il dimagrimento è ottenuto in tempi brevissimi, con una dieta non controllata, magari troppo restrittiva e non equilibrata. In questi casi, si perdono più facilmente acqua e massa cellulare. Ma ci sono anche casi in cui è la mancanza di una massa muscolare adeguata ad ostacolare la perdita di peso: in questi frangenti occorre elaborare un programma personalizzato di attività fisica, mirata alle singole esigenze, che consenta di ottenere gli obiettivi prefissati.

Con la bioimpedenziometria si può monitorare la perdita di peso, facendo in modo che il paziente perda esclusivamente Massa Grassa (FM) e non danneggi quindi il suo stato nutrizionale. In questo modo, è anche più difficile che il corpo recuperi il peso perso.

Il BIA test viene utilizzato anche in ambito sportivo?

Decisamente si, sia per gli atleti di potenza che di resistenza, amatoriali o professionali. Per uno sportivo è fondamentale tenere sempre sotto controllo la propria massa muscolare, evitandone una riduzione che può avvenire in caso di allenamento troppo prolungato o intenso (overtraining) o di un regime dietetico non adeguato all’attività sportiva svolta. Anche il livello di idratazione è un parametro da monitorare con attenzione nello sportivo (soprattutto negli sport di resistenza) per ottimizzare nel tempo la propria performance. Anche piccole riduzioni dell’acqua extracellulare (ECW) si traducono in un calo considerevole della performance sportiva, con una riduzione dell’efficienza fisica fino a punte del 20-30%. In caso di insufficiente idratazione muscolare, il corpo recupera l’acqua necessaria dal sangue, provocando una riduzione della pressione arteriosa, un aumento dello stress cardiaco e affaticamento precoce che incidono sull’efficienza della prestazione sportiva.

Quando l’atleta prima della gara si trova in uno stato ottimale di idratazione, il rischio di disidratazione e di traumi muscolari durante la gara è ridotto al minimo. Grazie al test BIA, è possibile conoscere la composizione corporea dell’atleta e mantenere – grazie alla dieta e all’allenamento – un adeguato stato di idratazione (ECW 40-50%) e una Massa Tissutale Attiva del 40-50%, condizioni ideali per le migliori prestazioni sportive.

In quali altri ambiti può venire utilizzata?

La bioimpedenziometria ha molte applicazioni, anche in ambito estetico: per esempio, nelle donne che soffrono di cellulite, la BIA consente di definire lo stato di ritenzione idrica (eccesso di ECW) e di elaborare un programma personalizzato mirato a correggere o perlomeno ridurre questo inestetismo tra i più odiati dalle donne.

Il test BIA viene utilizzato spesso anche in campo medico, per esempio nel soggetto anziano e nella prevenzione dell’osteoporosi. Conoscere nel dettaglio la composizione corporea permette di correggere lo stile di vita e l’alimentazione in modo da rallentare il più possibile il processo di invecchiamento e mantenersi in buona salute il più a lungo possibile.

Il monitoraggio della composizione corporea può essere uno strumento utile anche in tutte quelle patologie che possono provocare alterazioni della massa cellulare e dei fluidi corporei.

Quali consigli per arrivare preparati all’esame?

Per un’accurata valutazione occorre che il soggetto sia:

  • a digiuno da almeno 4-5 ore;
  • non abbia svolto attività fisica da almeno 12 ore
  • non abbia consumato alcolici da almeno 24 ore.

 

Per approfondire (in inglese)

 

Vittoria Majocchi

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