Un aiuto contro l’obesità da simulazioni virtuali

Si deve a una coppia di studiosi italiani, Antonio Giordano e Giuseppe Russo, dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine di Philadelphia, insieme a Melissa Napolitano della George Washington University, l’elaborazione di un software che consente di perdere peso senza ricorrere a pillole o a diete: attraverso simulazioni virtuali si stimolano, infatti, i pazienti alla perdita di peso e si forniscono loro le informazioni necessarie.
Spiega Giordano: «Questo studio rappresenta come la realtà virtuale possa contribuire a un miglioramento comportamentale della salute umana; il nostro è un filone di ricerca che applica la realtà virtuale per la gestione di patologie come l’ obesità.
I soggetti coinvolti nello studio hanno vissuto nel dettaglio le esperienze, interagendo con l’ambiente; nulla viene loro imposto, ma vengono educati per la vita reale, nella quale poi riproducono dei comportamenti virtuosi.
La sperimentazione è stata vincente su soggetti apparentemente irriducibili; è una soluzione economica e veloce che si può tranquillamente trasporre nella realtà italiana, e che stiamo studiando anche per altre patologie».

In questo studio pilota un avatar, una persone virtuale, in questo caso una donna sovrappeso, vive situazioni della quotidianità all’interno di ambientazioni virtuali mirate alla perdita di peso, come camminare su un tapis roulant o fare la spesa, di cibo sano, in un supermercato; per arrivare a simulare la realtà, gli studiosi hanno arruolato otto donne sovrappeso. Insieme alle simulazioni, il programma virtuale fornisce anche informazioni di ausilio nella perdita di peso.

I numeri che si riferiscono al sovrappeso e all’obesità descrivono una realtà ogni anno più drammatica: nel mondo ogni anno sono 2,8 i milioni di morti a causa delle conseguenze del sovrappeso; il 60% degli americani sono sovrappeso o obesi; in Italia gli adulti obesi sono, per ora, solo il 10%, ma l’aumento nei prossimi dieci anni è stato calcolato intorno al 5%.

 

Fonte
La Redazione

"Poter vivere una vita normale... non una vita a metà"

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