I pasti in famiglia, tutti insieme, almeno per la prima colazione o la cena, si confermano essere un’ottima abitudine, che aumenta le probabilità di scelte alimentari sane anche tra gli adolescenti. È quanto riconferma uno studio canadese, pubblicato di recente sulla rivista scientifica Jama.
Chi non mangia in compagnia …
L’uomo è una specie conviviale e l’essenza della vita sociale ruota intorno alla tavola: a colazione con la famiglia, al caffè con i colleghi, in un pranzo d’affari, a una cena romantica o ancora in famiglia o nelle mille occasioni di incontro e di festa dove si finisce, immancabilmente, a tavola.
Il cibo è nutrimento, la sua condivisione è scambio di energia vitale. “L’uomo ha trasformato il bisogno egoistico di nutrirsi in un’occasione di scambio e relazione. Attraverso il cibo si supera l’estraneità per diventare conoscenti, amici, fidanzati, alleati …. “ ci ricorda Lucio Meglio, docente di Sociologia all’Università di Cassino ed autore del libro “Sociologia del cibo e dell’alimentazione”.
I pasti in famiglia
Nella nostra società, l’occasione più comune per ritrovarsi è per tradizione il pasto quotidiano in famiglia. Un copione che sopravvive ancora oggi in alcune famiglie, all’ora di cena anche se la convivialità domestica contemporanea è, secondo i sociologi, sempre più flessibile, soprattutto in città. Si mangia a orari variabili, non necessariamente tutti insieme e invece sarebbe opportuno continuare a farlo soprattutto quando in famiglia ci sono bambini e adolescenti. Tanti sono gli studi che lo dimostrano come, l’ultimo canadese, pubblicato a novembre 2018 su Jama.
Il messaggio dello studio canadese
”La cosa importante da sottolineare è che – al di là delle dinamiche familiari -gli adolescenti consumino i pasti in famiglia”, ha sottolineato Kathryn Walton, ricercatrice all’Hospital for Sick Children di Toronto e primo autore del lavoro.
“Gli adolescenti che cenano con la famiglia hanno maggiori probabilità di compiere scelte alimentari sane, perfino se l’ambiente domestico è conflittuale.” ha affermato l’autrice.
La Walton e i colleghi hanno valutato i dati relativi a figli adolescenti e giovani adulti di uomini e donne che hanno partecipato allo studio a lungo termine Nurse’s Health Study, a cui sono state aggiunte le informazioni su 2.728 giovani di età compresa tra i 14 e i 24 anni che vivevano con i loro genitori nel 2011.
Tanto più i ragazzi e i giovani adulti cenavano con i propri genitori, tanto più consumavano frutta e verdura e meno cibo spazzatura e/o bevande zuccherate. Le differenze nell’assunzione di cibo sano pur piccole, erano significative dal punto di vista statistico.
Le conclusioni degli autori
“I nostri risultati suggeriscono che i pasti in famiglia sono associati a più sane abitudini alimentari nei ragazzi, sia maschi che femmine, e indipendentemente da eventuali conflitti familiari. Consumare i pasti in famiglia è un comportamento appropriato per migliorare lo stile di vita alimentare degli adolescenti, garantendo un modello di sane abitudini a tavola.” ha concluso Kathryn Walton.
Un comportamento da un lato virtuale e facile da organizzare per una famiglia ma che talvolta diventa complesso da gestire per condizioni economiche non floride e/o necessità di lavoro ad orari non compatibili o altre complicazione che la vita odierna ci impone. Per questi motivi, alcuni autori auspicano ulteriori studi su popolazioni più diversificate.
Reference
Kathryn Walton, PhD, RD; et al – Association Between Family Dinner Frequency and Diet Among Adolescents and Young Adults. JAMA Network Open 2018;1(7):e185217