Comunicato stampa C.i.b.o., Napoli
OPERA 2021 – Obesity Programs of nutrition, Education, Research and Assessment of the best treatment; Napoli, Starhotel, 17-18 settembre
Esperti provenienti da tutta Italia approfondiranno le più recenti correlazioni tra obesità e infiammazione cronica, alla base di diverse complicanze correlate all’obesità come l’insulinoresistenza e le malattie cardiovascolari.
“Un tema che assume ancor più grande rilevanza oggi in tempo di pandemia e per il quale è necessario promuovere una sempre più attenta cultura della prevenzione attraverso corretti stili di vita”, ha spiegato Annamaria Colao, professore Ordinario di Endocrinologia dell’Università Federico II Napoli che ha organizzato il congresso insieme a Silvia Savastano, professore associato di Endocrinologia, Luigi Barrea Nutrizionista e Giovanna Muscogiuri, Specialista in Endocrinologia.
Obesità e infiammazione camminano insieme
Sempre più numerose evidenze sperimentali hanno dimostrato che l’obesità, in particolare l’obesità viscerale – quella più pericolosa per il rischio cardiovascolare connesso – è caratterizzata da uno stato di infiammazione cronica di basso grado. Di fronte a un cronico eccesso di nutrienti, il tessuto adiposo va incontro a modificazioni di tipo adattativo tese a soddisfare le esigenze metaboliche e questo genera uno stato di infiammazione di basso grado che è tra le principali responsabili dell’aumento incontrollato delle malattie croniche non trasmissibili.
Sebbene sia noto che uno stile di vita poco sano, caratterizzato da scarsa attività fisica e una dieta ricca di grassi possa essere un elemento favorente l’insorgenza dell’obesità, non sono ancora del tutto noti i fattori genetici e i meccanismi fisiopatologici che contribuiscono alla sua comparsa ed evoluzione. Dato che l’incidenza dell’obesità è in crescente aumento, spesso associata ad altre malattie croniche come il diabete, sono stati implementati farmaci e nuove strategie di chirurgia bariatrica per il trattamento della stessa, i cui meccanismi d’azione sono ancora solo parzialmente noti.
Numerosi i temi d’attualità su cui si aggiorneranno gli Esperti, tra questi: le complicanze endocrine e metaboliche del paziente con obesità, il deficit di vitamina D (anche in correlazione alla pandemia Covid-19), l’approccio farmacologico e i disturbi della tiroide. Si proseguirà con le ricerche, le terapie, la chirurgia bariatrica, le diete e l’impatto dell’eccesso di peso su fertilità e sessualità delle persone obese. Un confronto a tutto tondo sul tema che riguarda migliaia di soggetti in Italia e nei mondo.
Occorre ricercare le cause più che mirare alla semplice terapia sugli effetti
Un corretto stile di vita che comprenda una sana e varia alimentazione, sonno riposante, attività fisica regolare, rappresentano gli elementi essenziali per ridurre l’impatto che le malattie hanno sulla nostra popolazione che purtroppo continua ad avere percentuali troppo alte di obesi e grandi obesi.
OPERA (ovvero Obesity Programs of nutrition, Education, Research, Assessment of the best treatment) vuol rappresentare il miglior strumento per attivare ancor più concretamente la comunità scientifica in questo momento. L’obesità risulta essere un problema che riguarda principalmente le categorie sociali svantaggiate, vale a dire la fascia di popolazione che presenta minori livelli di istruzione e maggiori difficoltà ad accedere all’assistenza medica, a causa dei bassi livelli di reddito ma ancora poco si fa in questa direzione”, conclude Annamaria Colao ai vertici della lista degli scienziati italiani nel mondo, Presidente della Società italiana di endocrinologia e Chairholder Cattedra UNESCO Federico II per la l’Educazione alla Salute e allo sviluppo sostenibile.
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