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A cura della D.ssa Flavia Melchiorre**, psicologa e psicoterapeuta, Centro di eccellenza di chirurgia bariatrica diretto dal Dott. Ugo Bardi, Casa di Cura Salus, Battipaglia (SA)
Può essere utile un supporto psicologico anche a chi sostiene la persona con obesità?
Il paziente con obesità spesso non vive da solo, ma è inserito in un contesto familiare che può diventare un elemento chiave per il successo di un intervento di chirurgia bariatrica.
La mia specializzazione in psicoterapia sistemica relazionale mi induce sempre ad avere oltre un occhio sul paziente con obesità anche sull’ambiente familiare nel quale il paziente è inserito, cioè al suo “sistema familiare”. In ogni sistema individuo e famiglia rappresentano un’unità inscindibile e ogni cambiamento di un singolo può avere effetti su tutta la famiglia; proprio per questo è importante che i familiari partecipino al percorso bariatrico e rappresentino un supporto per il paziente. Essi possono, infatti, aiutare a favorire e mantenere nel lungo termine i cambiamenti che la persona cara dovrà affrontare prima e soprattutto dopo un intervento di chirurgia bariatrica.
La famiglia, chi cucina, chi prepara i pasti, chi acquista il cibo fa parte del percorso terapeutico del paziente con obesità. Anche per questo, nel nostro Centro di Battipaglia preferiamo sempre avere contatti anche con i familiari, se possibile, o per lo meno ci informiamo su come siano organizzati i pasti, di cosa venga acquistato e preparato. Da un lato – è vero – c’è il rischio di mettere a dieta tutta la famiglia, dall’altro però uno scarso interesse se non il totale disinteresse o addirittura un atteggiamento critico negativo – direi “svalutativo” nei confronti del familiare con problemi di peso, sicuramente non aiuta. Questo vale sempre, con qualsiasi problema di peso, sia nel paziente candidato a un trattamento dietetico, sia ancora di più in un paziente candidato alla chirurgia bariatrica e soprattutto nei primi mesi dopo l’intervento, in quanto sono richieste alcune modificazioni anche importanti nel comportamento alimentare, nel lungo termine, invece, potrebbero interferire con la motivazione a mantenere buone abitudini di vita e alimentari.
Creare un’alleanza anche con la famiglia per supportare il paziente
Se qualche familiare accompagna il paziente con obesità all’incontro psicologico, lascio scegliere al paziente se preferisce far entrare o meno l’accompagnatore, che di solito è un parente stretto o il partner. Se il paziente preferisce effettuare una prima parte da solo, invito l’accompagnatore nella seconda parte del colloquio o in quello successivo. Preferisco che sia presente un familiare soprattutto quando spiego l’intervento e i cambiamenti alimentari, ma non solo, che il paziente dovrà effettuare. Quando un accompagnatore entra, è fondamentale creare un’alleanza per supportare il paziente lungo il percorso bariatrico. Il sostegno e la vicinanza in questo tipo di percorso così lungo favorisce l’adesione del paziente alle raccomandazioni ricevute dal team di cura e il mantenimento dei risultati nel lungo termine. È importante, infatti, per il paziente con obesità non sentirsi solo davanti alle difficoltà che il percorso comporta, ma soprattutto sapere che la sua scelta è condivisa da chi gli sta intorno, è ritenuta positiva, al punto tale che si possa gioire insieme man mano che i cambiamenti si verificano.
Un aspetto importante da condividere con i propri familiari e in particolare con chi accompagna durante le visite è sicuramente la motivazione del paziente all’intervento bariatrico che se non è resa consapevole e condivisa con il partner e la famiglia può far emergere paure di abbandono, di distacco o allontanamento. Questo timore si manifesta in vista del cambiamento che il paziente si trova ad affrontare e alle conseguenze che i familiari o il partner si immaginano.
Sicuramente i familiari devono essere coinvolti nella gestione e anche nella scelta informata. I familiari svolgono un ruolo molto importante di sostegno per il paziente con obesità per tutto il loro percorso. Esistono anche situazioni in cui il paziente che decide di operarsi lo fa senza l’appoggio della famiglia; in questo caso ci deve essere una forte determinazione e motivazione da parte del paziente.
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**Dott.ssa Flavia Melchiorre
Psicologa, Psicoterapeuta, Mediatrice Familiare
Dopo la laurea in Psicologia alla Federico II ha frequentato la Scuola quadriennale di Specializzazione in Psicoterapia Relazionale, presso l’Istituto di Medicina e Psicologia Sistemica di Napoli (IMePS), dove, conseguito il titolo, è rimasta come membro dello staff dei docenti. Presso lo stesso Istituto ha conseguito il diploma di Mediatrice familiare.
Dal 2015 si occupa di obesità, ed è membro, come psicologo, dell’equipe multidisciplinare di chirurgia bariatrica presso il Centro d’eccellenza SICOB della Casa di Cura Salus di Battipaglia (SA), guidato dal Dott. Ugo Bardi. In questo contesto è impegnata a seguire i pazienti lungo tutto l’iter bariatrico, dalla preparazione per l’interventoai follow up post operatori, passando per i gruppi di counselling e valutazione per la chirurgia plastica ricostruttiva. È membro della Sezione Soci Affini della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità (SICOB).
Presso la stessa struttura, la Casa di Cura Salus, segue a livello ambulatoriale i pazienti oncologici.
È membro del comitato di redazione della rivista dell’Ordine degli psicologi della Regione Campania.
Esercita la libera professione a Ercolano – Napoli.
Per maggiori informazioni: 3209098351 – flavia.melchiorre@libero.it – www.facebook.com/flaviamelchiorrepsicologa