Uno Studio appena pubblicato su Aging ha evidenziato specifiche differenze tra uomini e donne nel rapporto tra Indice di Massa Corporea (BMI), metabolismo e connettività cerebrale: le donne ingrassano con meccanismi cerebrali diversi dagli uomini e sembra che per loro sia più difficile esercitare un controllo inibitorio della fame. Queste differenze di genere, che si riscontrano anche nella differente composizione corporea tra i due generi, sono dovute a una molteplicità di fattori: ormonali, ambientali e anche dietetici, dato che sia i modelli alimentari sia il desiderio di cibo e la risposta cerebrale al tipo di gusto esperito sono diversi tra uomini e donne. Anche se la spiegazione di queste diversità è ancora oggetto di studio, le ragioni più probabili sono da imputare anche agli effetti degli ormoni sessuali nella risposta del cervello al cibo e del comportamento alimentare. Per le donne in sovrappeso sarebbe materialmente più difficile esercitare un controllo inibitorio della fame e del comportamento alimentare.
Donne sfavorite nei meccanismi cerebrali che fanno ingrassare
Solo nelle donne un elevato Indice di Massa Corporea (BMI) si associa a un aumento del metabolismo cerebrale nella corteccia orbito-frontale (la parte anteriore dell’emisfero cerebrale, prevalentemente a destra) e a una connettività neurale particolare: nei circuiti cerebrali legati al controllo e alla decisione si riscontra una ridotta connettività, che invece risulta aumentata nei circuiti legati alla gratificazione e alla ricompensa. È quanto emerge da uno studio, recentemente pubblicato su Aging, dai ricercatori dell’IRCCS Policlinico San Donato, dell’Università Vita-Salute San Raffaele e dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, che ha analizzato i correlati metabolici del cervello rispetto a diversi livelli di BMI, in un gruppo di 222 soggetti anziani.
I risultati, ottenuti tramite PET con fluoro deossi-glucosio, mostrano un legame, presente solo nelle donne, tra alto indice di massa corporea, alterato metabolismo cerebrale e connettività neurale, che indica un forte effetto di genere nel sovrappeso e nell’obesità in donne con età media di 74 anni. Oltre all’aumentato metabolismo della corteccia orbito frontale (prevalentemente nell’emisfero anteriore destro), sono stati riscontrati aumenti di connettività nella corteccia frontopolare e nell’insula destra del cervello. Mentre la prima è una regione chiave per la motivazione e il controllo delle funzioni complesse, come il comportamento orientato agli obiettivi, la seconda è associata ai processi di ricompensa legati al piacere di alimentarsi: si tratta di regioni del cervello coinvolte in maniera cruciale nella regolazione della cosiddetta “fame edonica” (quando la motivazione alimentare è regolata dal piacere e spesso guidata dal desiderio di cibi “proibiti”).
Obesità: differenze di genere
“Sappiamo già da tempo che l’obesità differisce nelle donne e negli uomini per diversi aspetti: la prevalenza dell’obesità è più elevata nelle donne (38,3%) rispetto agli uomini (34,3%), indipendentemente dall’età anagrafica e dall’etnia.” sottolinea il prof. Livio Luzi, responsabile dell’area di Endocrinologia e Malattie Metaboliche dell’IRCCS Policlinico San Donato e ordinario di Endocrinologia presso il dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano.
“Queste differenze di genere, rispecchiate anche nella composizione corporea, – continua il prof. Luzi – sono dovute a una molteplicità di fattori: ormonali, ambientali e anche dietetici, dato che sia i modelli alimentari sono diversi tra i due generi, sia il desiderio di cibo e la risposta cerebrale al tipo di gusto provato” continua il prof. Luzi. “Anche se la spiegazione di queste diversità è ancora oggetto di studio, le ragioni più probabili sono da imputare anche agli effetti degli ormoni sessuali nella risposta del cervello al cibo.”
L’esposizione a stimoli alimentari appetibili vede gli uomini più efficaci delle donne nel limitare l’assunzione di cibo
“È quanto emerge dai risultati dello studio. Per le donne in sovrappeso sarebbe materialmente più difficile esercitare un controllo inibitorio della fame e del comportamento alimentare. I nostri dati dovranno essere confermati in una popolazione di donne obese giovani – conclude il dr. Luzi – tuttavia, la differenza di genere dimostrata qui nell’associazione tra Indice di Massa Corporea (BMI) e metabolismo cerebrale ci porta a diverse considerazioni per la pratica medica e la politica sanitaria: considerando che i meccanismi neurofisiologici attraverso i quali riceviamo gratificazione dal cibo sono diversi, la cura e la prevenzione dell’obesità dovranno in futuro essere modulate in maniera conforme a queste differenze, per offrire sia a uomini che donne una soluzione più appropriata ed efficace per il controllo dell’alimentazione.”
Aging
Arianna Sala 1, 2 , Maura Malpetti 2 , Anna Ferrulli 3 , Luigi Gianolli 4 , Livio Luzi 3, 5 , Daniela Perani 1, 2, 4 – High body mass index, brain metabolism and connectivity: an unfavorable effect in elderly females. Aging, October 2019, Volume 11, Issue 19 pp 8573—8586
1 Vita-Salute San Raffaele University, Milan, Italy
2 In vivo human molecular and structural neuroimaging Unit, Division of Neuroscience, IRCCS San Raffaele Scientific Institute, Milan, Italy
3 Metabolism Research Center and Endocrinology and Metabolism Division, IRCCS Policlinico San Donato, Milan, Italy
4 Nuclear Medicine Unit, IRCCS San Raffaele Hospital, Milan, Italy
5 Università degli Studi di Milano, Milan, Italy