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Intervento della dr.ssa Giovanna Mezzina, Dietista, Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Roma
Che cosa significa fare uno “svezzamento” in chirurgia bariatrica? L’abbiamo chiesto alla d.ssa Giovanna Mezzina, Nutrizionista del team bariatrico del Campus Biomedico Universitario di Roma, diretto dal prof. Vincenzo Bruni.
“Innanzitutto c’è da fare una differenza tra gli interventi che vengono fatti: restrittivi o malassorbitivi. Ci sarà quindi un percorso di svezzamento specifico per ciascuna tipologia di intervento. Modificare le proprie abitudini alimentari e seguire correttamente un regime dietetico mirato, consente di ottenere un notevole calo ponderale e di mantenerlo nel tempo. Per un risultato ottimale, è indispensabile attenersi alla terapia dietetica indicata in base alle proprie esigenze.”
Lo svezzamento dopo interventi restrittivi
Ai pazienti che si sottopongono a bendaggio gastrico o sleeve gastrectomy, qui al Campus Biomedico di Roma facciamo fare uno svezzamento della durata di due mesi. Il percorso prevede inizialmente una dieta liquida che il paziente deve seguire scrupolosamente, attenendosi alle regole che gli vengono date nel post-operatorio, senza fare prove di propria iniziativa. È di fondamentale importanza che la nuova tasca gastrica, ottenuta con l’intervento bariatrico, non venga sensibilizzata dal cibo. Mi soffermo molto su questo aspetto con tutti i nostri pazienti. Spiego loro che occorre fare una dieta liquida (per es. brodo, latte scremato, succhi di frutta) per un mese che prevede anche l’utilizzo di integratori alimentari; ad esempio, qui al Campus, noi consigliamo di prendere per il primo mese dall’intervento un integratore proteico, in quanto la nostra massa muscolare è fatta di proteine e ovviamente tali nutrienti non vengono adeguatamente introdotti con una dieta liquida.”
“Una volta fatto lo svezzamento del primo mese, rivediamo il paziente che ci dovrà portare le analisi del sangue e farà qui una valutazione nutrizionale-chirurgica e un Rx di controllo per accertare il passaggio del liquido all’interno dello stomaco e per verificare che tutto proceda per il meglio.”
“Dopo il controllo radiologico, si procede con un’alimentazione semiliquida: il paziente deve passare da una fase liquida a una fase densa. Questo passaggio è di fondamentale importanza perché consente di imparare a gestire questo nuovo tratto gastro-intestinale. La fase semi-liquida viene protratta per due settimane, durante le quali il paziente incomincia a reintrodurre gradatamente alimenti via via più morbidi (frullando cioè gli alimenti solidi o utilizzando gli omogeneizzati) fino ad arrivare a una terza fase – della durata di due settimane – che noi definiamo “a dieta semisolida”. Perché? Perché, in realtà l’obiettivo finale è quello di arrivare a mangiare solido perché è solo grazie a una alimentazione solida che possiamo raggiungere il totale calo ponderale dovuto all’intervento che è stato eseguito.
In questa fase semi-solida, il cibo diventa sempre più solido – non lo è ancora completamente – vengono anche qui utilizzati degli integratori alimentari per andare ad integrare i nutrienti non forniti da questo tipo di dieta fino alla fine dello svezzamento.”
Per quanto riguarda la frequenza dei pasti, è consigliabile ripartire l’alimentazione preferibilmente in tre pasti (colazione, pranzo e cena) e in due/tre spuntini (mattina, pomeriggio, sera) di piccolo volume. Inizialmente, nel post operatorio, i pasti dovranno avere volumi molto contenuti (max 150-200 ml), ricordando di non assumere in contemporanea liquidi e cibi solidi. Consigliamo sempre di assumere i liquidi fra un pasto e l’altro, a piccoli sorsi, aiutandosi con una cannuccia o un cucchiaino (→ “Quando, quanto e che cosa bere dopo un intervento bariatrico”).
Una volta raggiunta la fase solida, si dovrà continuare sempre con piccoli bocconi da masticare a lungo e con cura; può essere utile abituarsi a fare pause tra un boccone e l’altro. Il pasto deve durare circa mezz’ora. Gli alimenti possono transitare nello stomaco distale solo se tagliati in piccoli pezzi. Appena si avverte il senso di sazietà è bene mettere di mangiare. Non coricarsi subito dopo i pasti. In posizione supina, si può avere facilmente reflusso di cibo nell’esofago. Inoltre, il cibo resta più a lungo nella tasca gastrica causando una sensazione di fastidio.
“Gli interventi restrittivi come la sleeve o il bendaggio non prevedono restrizioni alimentari, ciò significa che una volta finito lo svezzamento, non si ha restrizione di alcuni alimenti (come avviene negli interventi malassorbitivi); il paziente può gradualmente ricominciare a mangiare di tutto, tenendo conto della propria tasca gastrica che è soggettiva, cambia da persona a persona. Siamo di fronte quindi a un percorso di rieducazione alimentare totale per quanto riguarda la scelta del cibo. La cosa fondamentale è quella di non sentirsi più a dieta e di ricominciare a reintrodurre gli alimenti piano piano, secondo i propri tempi, senza sforzarsi, ma completamente, reintroducendo tutte le gamme di alimenti/nutrienti.
Lo svezzamento dopo interventi malassorbitivi
Per quanto riguarda, invece, lo svezzamento alimentare dopo un intervento malassorbitivo, è molto più veloce. A chi ha fatto un bypass o mini-bypass, qui al Campus Biomedico di Roma, facciamo fare uno svezzamento già quasi solido – è un semi-solido della durata di circa due settimane. Poi in base al paziente, e a come sta possiamo consigliare di prolungare questo svezzamento anche per venti giorni ma in genere i pazienti operati di bypass o mini-bypass si riprendono molto rapidamente e quindi hanno proprio voglia di ricominciare ad assaggiare, a mangiare cibi solidi.”
“Ovviamente , per quanto riguarda lo svezzamento dopo bypass, avremo una restrizione alimentare perché come noto è un intervento che oltre ad implicare una restrizione gastrica, coinvolge l’intestino e questo quindi prevede per forza di cose una restrizione alimentare per quanto riguarda soprattutto cibi ricchi di zuccheri semplici come i dolci, grassi e cibi ricchi di fibre come alcuni tipi di frutta e verdura. La frutta deve sempre essere consumata senza buccia e senza semi, dapprima frullata e poi matura al punto giusto. Gli alimenti particolarmente ricchi in fibre (asparagi, carciofi, broccoli, melanzane, cavoli, legumi, frutta secca, agrumi) devono essere eliminati perché potrebbero favorire un’ostruzione intestinale. Le difficoltà digestive variano, comunque, da persona a persona. Nell’alimentazione abituale andrà favorito il consumo di alimenti ricchi in proteine e in carboidrati complessi.
Alcuni pazienti dopo bypass possono soffrire di crampi e dolori addominali, nausea e sudorazioni, sensazione di debolezza, vertigini, vampate di calore al viso. Un’alimentazione personalizzata, povera in zuccheri semplici e amidi, stabilita con il proprio nutrizionista aiuterà a prevenire tali sintomi”.
“A causa del malassorbimento indotto dal bypass gastrico, occorre assumere integratori di vitamine e sali minerali seguendo la prescrizione del proprio nutrizionista e del team di cura.”